SCOPO
Ho iniziato a lavorare nell’ambito terapeutico olistico dal 2008. Le mie specializzazioni sono in Craniosacrale Biodinamica, Reflessologia Plantare, Corpo-Coscienza.
Inoltre sono un Facilitatore di Yoga e Meditazione.
All’inizio la mia modalità di lavoro era classica. Un trattamento in vari studi privati, tra cui il mio, dove ricevevo clienti.
Poi un paio di anni fa mi fu proposta questa collaborazione con lo Hospice di Orzinuovi.
Per me fu molto stimolante sapere di poter lavorare in un contesto così diverso dai miei soliti ambiti di lavoro, come un Ospedale. E soprattutto ero molto interessato a lavorare in uno Hospice.
Chi mi circondava storceva un po’ il naso asserendo che comunque quello era un ambiente molto particolare, molto impattante dal punto di vista emotivo. Io non ci badavo molto.
E così accettai di buon grado ed iniziai a lavorare. Di questo devo sempre ringraziare la mia referente, la Dottoressa Serena Andreoletti dello Hospice dell’ Ospedale di Orzinuovi.
All’inizio tutto fu abbastanza normale: classici trattamenti di mezz’ora. L’unica differenza stava nel fatto che non trattavo mai un cliente per più di 3/4 volte. E devo essere sincero, la cosa non mi toccava più di tanto. Poi incontrai Gianna (nome di fantasia).
Gianna era una donna minuta, molto attenta al proprio aspetto fisico. Non ricordo quanti anni avesse ma mi dava l’idea di essere stata una bellissima donna.
Ed era molto loquace. Iniziammo quasi subito a parlare, mi raccontava di sé ricordando certi aneddoti. E rideva. E poi piangeva. Ad un certo punto iniziava a piangere dicendomi che si aspettava di morire entro qualche giorno. E quando piangeva qualcosa dentro di me si muoveva, e dentro, un po’, piangevo anch’io. L’inizio della collaborazione con lo Hospice era coincisa con l’inizio una serie di sedute da un Consulente con il quale stavo lavorando su di me. Ovviamente e sincronicamente saltò fuori che ad un certo punto della mia vita avevo iniziato ad anestetizzarmi di fronte certe situazioni, forse perché avevo sofferto in qualche maniera qualche trauma, e mi ero corazzato, al punto che quando mi dissero che lavorare in un Reparto di Cure Palliative sarebbe stato difficile io non ne capivo il motivo.
Il lavoro nelle sedute ovviamente consisteva nel cercare di vedere questa mia modalità con le emozioni e di provare a lasciarmi andare, non forzatamente, ma provando a contattare quella parte di me, emotiva e corporea, in cui ciò che accadeva intorno muoveva anche dentro.
Gianna mi aiutò molto in questo.
Riuscì a perforare la corazza e a farmi avere una percezione più emotiva in quello che facevo. Mi rendo conto che con lei ridevo di gusto, che mi interessava molto sapere di lei e della sua vita, che quando piangeva mi spezzava il cuore.
Poi se ne andò, e per la prima volta da che lavoravo lì mi commossi.
Ogni settimana tornavo sperando di re-incontrarla. E un giorno questo non accadde più.
Ma qualcosa in me era cambiato. Grazie a Gianna.
METODO
Riguardo alla metodologia che utilizzo. Generalmente durante un trattamento di Reflessologia Plantare si seguono delle mappe specifiche composte da una serie di punti riflessi sul piede di tutto il corpo, dagli organi ai visceri fino alle parti osteo- muscolari. La concatenazione delle mappe in genere è sempre la stessa, a volte si insiste su alcune partendo dal punto di vista della sintomatologia specifica dell’individuo. La Scuola nella quale ho studiato mi ha preparato ad un’altra modalità che prevede non tanto di soffermarsi sul sintomo o sulle condizioni della persona, quanto sulla sua storia energetica partendo dal punto di vista della Medicina Tradizionale Cinese. Quindi ricostruisco una condizione energetica originaria stabilendo l’appartenenza del cliente ad una delle 5 logge energetiche, composte da un organo ed un viscere portanti. Poi eseguo un trattamento andando a toccare tutte le altre logge secondo uno specifico ciclo detto “nutritivo”.
RISULTATI
Sicuramente, in primis, il fatto di essere massaggiati ai piedi comporta per chi riceve un gran senso di accoglimento.
Non tutti siamo predisposti per questo tipo di trattamento. Il piede è una parte molto intima del corpo, che in molti nascondono e mostrano con difficoltà. Questo forse è dovuto proprio al fatto che esso ci rappresenta in toto. Quando però permettiamo questo tipo di coccola troviamo un gran sollievo.
Al di là del lavoro energetico il massaggio ai piedi, molto particolare nella Reflessologia (si tratta di una stimolazione fatta quasi esclusivamente con il pollice che viene mosso con un movimento detto “a lombrico”) stimola ovviamente la circolazione nello stesso e il beneficio è quasi immediato fino alle gambe: sollievo, leggerezza, piacevole senso di calore.
In genere i risultati più vistosi sono una minzione molto frequente durante le ore successive. Questo anche per soluzione emotiva di una condizione detta di “pesce fuor d’acqua”.
La notte successiva tendenzialmente si dorme profondamente, si ricordano molto bene i sogni fatti.
CONCLUSIONI
Concludo ringraziando ovviamente. Innanzitutto la Dottoressa Andreoletti per la fiducia accordatami. Tutto il reparto Hospice in particolare Rossella che mi accoglie sempre a braccia aperte e Nicoletta per avermi spronato a preparare questo testo.?
E poi ringrazio Gianna, per aver contribuito ad un cambio di vita importante nella mia storia personale. Grazie
Pierpaolo Lombardi