Inizio da oggi una serie di articoli in cui parlerò di un viaggio, di un’idea che ho avuto quest’estate e che mi ha spinto a mettermi in moto.
In realtà non c’ho messo molto per concepirlo, nonostante sia della Vergine, nonostante sia sempre stato un programmatore seriale. Ora sono un po’ diverso e dato che avevo a disposizione 10 giorni volevo muovermi con un’idea di base certo, ma lasciandomi portare dalla strada e dai “segnali”.
Tutto è nato, ma ancora non lo sapevo, da una maglia che mi è stata regalata dai “miei” praticanti di Edolo. Ho passato 5 anni in quella splendida cittadina, 5 anni intensi fatti di amore, fatica, tanta montagna, ma soprattutto una storia millenaria che mi scrutava, che ho imparato ad amare ma che troppo spesso ho visto con occhi da pesce.
Da 17 anni pratico Yoga e per anni ci sono stato dentro molto bene, anche al costo di identificarmi con i miei maestri, girando magari vestito con pantaloni larghi all’indiana, con mala che mi scendevano dal collo o dal polso.
Poi ad un certo punto la cosa mi ha nauseato. Non ero io, stavo scimmiottando qualcun altro. E una domanda ha iniziato a rodermi dentro: è davvero necessario andare “verso oriente” come cantano i Timoria per guardarsi dentro? Davvero è necessario abbracciare tecniche spirituali che sono lontane anni luce dalla nostra forma mentis per tentare di ascendere spiritualmente? Davvero in occidente non esiste o è esistita una forma di spiritualità che comprenda non solo tecniche meditative o preghiere ma anche corporee?
Vi farò sapere…
Pierpaolo Lombardi