La Reflessologia, o Riflessologia Plantare è una pratica che ha radici antichissime. In Egitto è stato rinvenuto un papiro nella tomba del medico Ankhmahor in cui è rappresentato un massaggio palmare e plantare. Anche civiltà orientali come quella cinese e indiana erano a conoscenza delle zone di riflesso del piede e della possibilità di lavorare su queste per ottenere effetti profondi sugli organi interni del corpo.
In occidente la Reflessologia è stata “riscoperta” da William H. Fitzgerald, un medico americano che, si dice, dopo aver letto testi del ‘500 di autori europei verificò gli effetti, in particolare analgesici, ottenuti premendo alcuni punti del piede. Fitzgerald stabilì una mappa del corpo suddividendolo in dieci zone longitudinali che lo percorrono dalla testa ai piedi. Tracciò poi linee immaginarie in senso orizzontale sul piede, creando così aree nelle quali individuare i vari organi.
Tali intuizioni furono poi sperimentate ed elaborate da altri medici americani, in particolar modo dal Dottor Riley e dalla sua allieva Eunice Ingham.
In Italia la Reflessologia è stata introdotta da Elipio Zamboni, allievo della reflessologa francese Hanne Marquand, il quale fondò la prima Associazione di Reflessologia ed una scuola.
Il principio della Reflessologia è molto semplice: nel piede vi sono punti di riflesso di tutti gli organi interni, di tutti i sistemi, ed in particolare si è dimostrato che massaggiando alcuni punti del piede si possono ristabilire le normali funzionalità dei singoli organi in essi riflessi. Ad esempio si è constatato che superfici dense come i duroni in prossimità delle terminazioni nervose della pianta del piede altro non sono che depositi cristallini che disturbano le funzioni dell’organismo, vanno quindi sciolti ed eliminati con questo trattamento.
Secchezza della pelle, ragadi, micosi, calli sono indici di un affaticamento degli organi interni e il dolore all’atto della pressione può esserne la conferma. Il dolore però è di grande aiuto al terapeuta perché è per mezzo di questo che è possibile costruire una sessione lavoro grazie alla quale, migliorando il flusso sanguigno e rilassando le zone dolenti, per riflesso si andrà ad agire anche sugli organi corrispondenti.
Il terapeuta inizia con dei massaggi, delle carezze, in modo da rilassare il piede del cliente.
Si procede poi o con un esame dell’aspetto del piede in modo da individuare le zone da trattare.
Il trattamento vero e proprio consiste nell’esecuzione di pressioni con il pollice per mezzo del così detto movimento “a lombrico” in cui il dito si muove sinuosamente così da creare una pressione continua e costante. In genere viene percorso tutto il piede, secondo un ordine ben preciso dettato dalla tipologia di problema presentata, oppure dal “sentire” del terapeuta stesso. Si conclude poi con un altro massaggio rilassante, magari con una crema o un olio profumati.
I risultati sono sorprendenti. La Reflessologia Plantare ha un grande effetto disintossicante e dopo le prime sedute si possono subito notare gli effetti. Inoltre, se ci si distacca dal trattamento classico andando ad accogliere il cliente per ciò che è, unico e prezioso, è possibile creare un percorso personalizzato. Per questo motivo io mi avvalgo del prezioso aiuto che dà il Ki delle 9 stelle, antica tecnica che stabilisce una lettura personale della persona.
“Sedere ai piedi di un paziente è un atto di umiltà ed amore” E.Zamboni
Pierpaolo Lombardi – Facilitatore di Yoga e Pose Estatiche, Meditazione e Yoga nella disabilità – Terapeuta in Reflessologia Plantare e Corpocoscienza