La bellezza di un viaggio, se vissuto in libertà, anche da sé stessi, sta nel fatto che se ti abbandoni al viaggio stesso accadono un sacco di cose interessanti, ci sono un sacco di segnali che potresti anche seguire, se hai voglia di un po’ di avventura, specialmente se non hai programmato in maniera rigida tutte le tappe.
Io in realtà dalla Val Camonica avevo una vaga idea di dove sarei andato poi, perciò, in mezzo ai pitòti me ne stavo tra i pitòti, non mi proiettavo con la testa troppo avanti, su cosa fare dopo, su dove andare, su dove avrei dormito ecc. In fin dei conti avevo attrezzato bene l’auto in modo da non dover per forza cercare un b&b piuttosto che un campeggio, potevo tranquillamente dormire in auto.
In ogni caso scelsi un posto caro, bellissimo, dove stare, cenare, dormire, scrivere pagine del diario. Andai da Monica e Vasco, dell’Agriturismo Ca Nöa a Saviore dell’Adamello. Un posto magico, dove mangi bene, sano (e per sano non intendo per forza di cose vegetariano), e dove se vuoi puoi dormire, ospite di una delle famiglie più belle, vitali e selvatiche che io abbia mai conosciuto. Quella fu la base, dove di fronte alle splendide montagne della Valcamonica potei fare un riepilogo di ciò che avevo visto nelle escursioni e nei pellegrinaggio tra Paspardo e Cemmo, soprattutto delle somiglianze tra culture completamente differenti e distanti (a un primo sguardo), e qui vi porto alcuni esempi di analogie tra alcune incisioni e alcune raffigurazioni orientali, specialmente indiane.
A sinistra troviamo Utkata Konasana, comunemente detta “Posizione della Dea, forse perché anticamente era una rappresentazione di una donna nella fase del parto. A destra una rappresentazione umana a Cemmo, in Val Camonica
A sinistra troviamo Jagannath, una delle rappresentazioni del Signore Krishna. A destra una fotografia di una stele antropomorfa sempre camuna che purtroppo non sono potuto andare a vedere.
La mia è la scoperta dell’acqua calda, nel senso che non sarà certamente l’ultimo a trovare analogie tra culture di tutto il mondo, pensiamo alle piramidi che sono presenti dappertutto, le ultime ritrovate pare in Bosnia Erzegovina. E forse non c’è nemmeno da stupirsi visto che se consideriamo che ogni cultura è stata influenzata da un’altra precedente (basti pensare all’etimologia delle parole), e che le forme archetipiche umane sono identiche in tutto il globo, è normale pensare che alcune forme d’arte, di architettura, di espressione possano coincidere.
Ma il problema di fondo restava, la domanda era ancora senza risposta. E così, leggiucchiando il libro di Priuli ho trovato interessanti rappresentazioni nella cultura etrusca, che comunque ha contraddistinto il centro nord dell’Italia in epoca pre-romana (anche in Val Camonica ci sono tracce). E quindi mi sono detto…perché no? Perché non spostarmi nel cuore della cultura etrusca, la Toscana, a cercare tracce? E qual’è la città romanticamente più etrusca di tutte?
Volterra…
Pierpaolo Lombardi