Il viaggio è iniziato proprio da lì, dalla “mia” Valle Camonica.
Ho lavorato con lo Yoga a Edolo fino al giugno del 2018, e negli spazi liberi potevo permettermi delle belle “pascolate” (come le chiama una cara amica) sui monti e nei boschi, oppure coltivando la mia passione per l’archeologia andando a vedere i numerosi siti di Incisioni Rupestri presenti in Valle.
I “pitóti” (leggilo con la “o” chiusa se non vuoi venir redarguito da un camuno) mi hanno sempre ispirato soprattutto dal punto di vista simbolico, perché rappresentazioni essenziali e archetipiche di idee, di scene, di persone, di cose. Ci sono spirali, svastiche, croci, lettere, uomini e donne, guerrieri e sacerdoti, mappe, costruzioni, numeri ecc.
Certamente a chi non sa leggere questi “segni” le incisioni potrebbero apparire semplicemente come graffi lasciati sulla pietra da ominidi primitivi che non avevano ancora grandi capacità artistiche o di comunicazione.
E poi, il segnale. Durante una delle mie ultime lezioni a Edolo mi è stata regalata una maglietta dai praticanti, una maglietta raffigurante un’incisione rupestre dalle fattezze di un guerriero. Il riferimento alle posizioni Yoga della serie dei “guerrieri” (Virabhadrasana) che amo particolarmente era lampante! Nel lato posteriore della maglietta c’è una scritta: “Camuni – Guerrieri da più di 10000 anni“. Da lì qualcosa è scattato. Un’ipotesi di risposta alla domanda che mi assillava da qualche tempo:
“E’ mai possibile che in Occidente non ci siano state tradizioni spirituali come lo Yoga che proponevano anche lavori corporei?”
Da più di 10000 anni le incisioni rupestri segnano un enorme quantitativo di rocce della Val Camonica, e non solo, rappresentando spesso uomini o donne in “pose” particolari: guerrieri, sacerdoti, donne nell’atto del parto…
Forse la risposta alle mie domande stava proprio lì, e cioè nel fatto che certi disegni non erano a caso, certe figure non era in pose casuali ma, come le definisce un autrice, “estatiche”.
D’altronde la ValCamonica è speciale, lo senti quando arrivi, c’è qualcosa di magico nei suoi boschi, nelle sue alture. La Concarena ti accoglie a mezza Valle, un massiccio dall’incredibile forma di vagina gigante che nei giorni di equinozio viene attraversata dal sole che letteralmente la “penetra”. E’ plausibile che un popolo antico si fosse stabilito in quelle zone proprio per la loro peculiarità esoterica?
Durante le prime tappe del mio viaggio ho avuto la fortuna di conoscere Ausilio Priuli, grande studioso e conoscitore di incisioni in tutta Italia (che tra l’altro ha scoperto dei “segni” anche dalle mie parti, la Franciacorta, e nello specifico, guarda caso a Brione…) e anche lui concordava, raccontandolo nel suo libro “Segni come parole”, che certamente c’è un significato molto profondo in ciò che viene rappresentato nei pitóti.
Pierpaolo Lombardi