“Prima di pretendere qualcosa, prova a pensare a quello che dai tu”.
Era il 2003 quanto Irene Grandi cantava questi versi della canzone “Prima di partire per un lungo viaggio”.
Ancor prima i Negrita, nel lontano ’97 con la canzone “Per quello che dai” sottolineavano il concetto “Ma per quello che dai, vuoi troppo e lo sai, e quando servi a qualcuno non ci sei mai”.
Insomma, più o meno tutti ci siamo trovati in situazioni di questo tipo: l’avere a che fare con persone che non vedi o senti mai, e ad un certo punto chiedono e chiedono, a volte pretendono anche in maniera incisiva, e una volta ottenuto ciò di cui avevano bisogno, spariscono. Fino alla successiva necessità.
Mai un “ciao”, mai un messaggio per sapere come stai, non dico regali o denaro, ma un segnale, ogni tanto, che si è vivi, interessati.
E credo sia proprio questo ultimo il concetto importante.
Ci sono persone che ci interessano, altre meno. La misura la dà quanto tempo dedichiamo a loro, quanto le pensiamo, quando interagiamo.
E’ normale perciò stare con le persone che si amano di più, è normale avere preferenze.
E’ anche normale avere a che fare con persone delle quali non ci importa una “beneamata cippa”, magari ci si vede in giro, ogni tanto, una volta all’anno. Ma non è che si può pretendere.
O quantomeno, prima di pretendere qualcosa (come diceva Irene), mostrare un minimo interesse. Non per forza l’interesse suscitato da eventi dolorosi o da traguardi raggiunti! La presenza nella normalità, quella che feconda il terreno nel quale poi fioriscono amicizie e rapporti.
Credo tutto dipenda dal fatto che qualcuno ancora non ha capito come funziona l’Universo.
La prima regola è che nessuno di noi ne è al centro, in un posto privilegiato dove tutto è dovuto.
La seconda è che il dare e l’avere sono movimenti fondamentali e strettamente connessi. Non c’è uno senza l’altro.
Pensiamo all’economia. Sarà malata, non sarà equa, non voglio parlare di questo, ma del fatto che non può esistere se tutti vendono. Ci deve essere qualcuno che compra. E viceversa.
Sono leggi! Pensiamo al detto “far girare l’economia”.
Far girare l’economia delle cose funziona anche nei rapporti umani.
Se non dai non prendi, se non ti spendi anche gratuitamente all’apparenza a volte, non riceverai niente. Dico “all’apparenza” perché in realtà non si dona mai gratuitamente. L’ho sperimentato più volte. Tu credi di regalare, di dare senza secondi fini qualcosa. Se osservi bene, poi, la Vita, attraverso altre persone, altre cose, altre situazioni che magari non c’entrano nulla tra loro, ti restituisce. E abbondantemente. Se non sei d’accordo con ciò che dico forse è perché non hai guardato bene. Prova a fare attenzione!
Un altro esempio che potremmo fare riguarda il lavoro, di qualsiasi tipo, il raggiungere degli obbiettivi, lo sbattersi per praticare certe discipline. I risultati arrivano, ci vuole tempo, fatica, dedizione, ma arrivano.
Diceva quello: “In latore fructus” : nel lavoro ci sono i frutti, e tanto più intenso e duro è stato il primo, tanto più dolci e succosi saranno i secondi.
Questa mala- educazione in fatto di dare-ricevere è palesemente in vista anche sui social.
Capita di vedere professionisti (parlo ad esempio del mio settore, l’olismo) che organizzano eventi, ti invitano a serate, di vendono le loro competenze intasandoti le notifiche e la bacheca. E mai una volta che offrano qualcosa, e non intendo regali, o prestazioni gratuite, ma magari qualche informazione su ciò che fanno, qualche pillola di ciò che hanno imparato e che potrebbe essere utile anche agli altri.
Pretendono “mi piace” sulla loro pagina e magari non l’hanno messo alla tua. E s’incazzano pure se non condividi le loro proposte!
Postano a raffica sui vari gruppi eventi e workshop e mica che vengano ai tuoi.
Il Dare-Ricevere è un moto dell’Universo.
Il Compare-Vendere è una regola fondamentale.
E Dare in maniera sana (e per “sana” intendo senza annichilirsi, senza perdere di vista sé stessi) ci insegna e ci rende degni di Ricevere in maniera sana.
Quante volte ci siamo sentiti indegni di doni inaspettati?
Quante volte ci siamo sentiti in debito verso persone che ci davano attenzioni, amore, frutta e verdura, torte, regali di qualsiasi tipo senza un motivo preciso, senza che ci fosse di mezzo un compleanno, senza pretendere nulla in cambio?
Saper Dare per saper Ricevere.
“Tutto ciò che non è donato è perso” Hasari Pal (Da “La città della gioia” Dominique Lapierre)
Pierpaolo Lombardi